La settimana della moda maschile italiana per eccellenza, quella di Milano, si è appena conclusa. Mila Maggio, docente ESR Italia, ci offre il suo commento passando in rassegna le sfilate di Moda Uomo, da Londra a Parigi, da Milano a Firenze…
L’uomo dei nuovi anni ’20
Questa volta c’è qualcosa di diverso.
L’uomo dell’inverno 2019-20 si arma, si protegge, combatte, lavora e cerca un compromesso con la comodità, ma ama anche il colore, l’arte, i messaggi essenziali, la natura, l’ecologia, la musica.
L’uomo dei «nuovi anni 20» è razionale, ma creativo.
È un po’ tutto… serio e capriccioso, responsabile ed infantile, rivoluzionario e conservatore. Come “un po’ tutto” sono gli stilisti-star dei marchi che, a Parigi in particolare, erano attesi con impazienza, questa stagione: Virgil Abloh per Vuitton, Hedi Slimane per Céline, Kim Jones per Dior, Olivier Rousteing per Balmain.
Uniforme Earthy industrial, praticamente 50 sfumature di grigio, per un uomo corazzato, ma anche romantico. Virgil Abloh elabora la moda come lo fa con l’architettura e la musica, in modo globale, spontaneo e definitivamente rivolto verso il futuro.
British New Wave con qualche accento anni ’90 per Celine, con un Hedi Slimane che, fedele a se stesso, oggi vive, e si ispira, a Londra.
Rock anche secondo Olivier Roustreing per Balmain, con messaggi espliciti, e zero complessi, al limite del no-gender…
“Working boy”, ma con una nuova sensibilità, che rivendica dolcezza e unicità per Dior, secondo Kim Jones
Artista, è un Intellettuale…un po’ Geek per Prada. Una virilità espressa in modo inedito. L’uomo inconsueto vuole esistere.
A Londra e a Milano, su tutte le passerelle, siamo sorpresi da un’esplosione di Tie-Dye e Sneakers onnipresenti, di cui si intuisce l’eredità anni 70, futurismo compreso. Poi, fanno capolino Stampe e Spalle Extra, simbolo degli anni ’80, un Leopardo ed un Gessato anni ’30, una Pelle ed un Vinile un po’ punk, un Broccato aristocratico ed una cascata di accessori accumulati ed integrati, come per portarsi dietro un bagaglio permanente e diventare nomadi, per definizione. Senza dimenticare il pratico Trench «tecnico» ed il nuovo Nylon «easy», leggero ed eco-responsabile, ma anche una Coppola un po’ alla Gavroche, che ci fa l’occhiolino. La rivoluzione dell’uomo è in cammino.
Sì, c’è qualcosa di diverso. Ambizione e malinconia sono costanti. E la poesia, a cui “il nuovo uomo” non è più disposto a rinunciare.
S’ingioiella come un guerriero Masai per Ami, ma anche come un Oscar Wilde del ventunesimo secolo… guidato da Versace ed osservato dappertutto, a Firenze, durante Pitti Uomo.
Certo, l’uomo del prossimo inverno si prepara ad affrontare la bufera, e questa volta lo fa con amore, con audacia, con dolcezza e con un pizzico di femminilità, che gli dà coraggio. Si arma di musica e di ricordi.
L’uomo del prossimo inverno ci assomiglia un po’.
L’uomo del prossimo inverno ci fa pensare alla donna che, esattamente cent’anni fa, ha tolto il corsetto, ha tagliato i capelli, ha accorciato le gonne ed ha cambiato per sempre il suo destino…
Mila Maggio – Docente ESR Italia