Da qualche tempo, le sfilate hanno mostrato una tendenza verso la moda senza genere o dal genere fluido, sia per adulti che per bambini.
La nuova generazione arriva a dimostrare che il genere non determina il modo di vestire e che qualsiasi capo può adattarsi all’abbigliamento, sia esso maschile o femminile. Pertanto, la moda no gender è in aumento e può trovare spazio negli armadi di tutti.
La moda senza genere, come è anche noto, ti consente di trovare il tuo stile in modo confortevole ed elegante.
C’è stato un cambiamento di paradigma nella nostra comprensione di ciò che il genere e il sesso significano, cioè essere in grado come società di rendersi conto che nella formulazione della personalità questi problemi sorgono separatamente.
Oggi abbiamo sperimentato una riflessione molto maggiore sugli studi di genere, sull’attivismo LGBTQ+ (gay, lesbiche, bisessuali, travestiti e transessuali, queer) e sulla prospettiva teorica femminista. Pertanto, tutte queste domande hanno finito col prendere il volo e hanno portato nuovi approcci anche all’abbigliamento e alla moda.
Cambiamenti di stile nelle celebrità e moda gender-fluid ante litteram.
I primi cambiamenti di paradigmi e le prime “rotture” nei modi di vestire non sono recenti in realtà. Già Coco Chanel, e prima di lei Paul Poiret, proponeva alla donna di portare i pantaloni in contrapposizione all’abbigliamento femminile di fine ‘800 che voleva la donna ancora “imprigionata” da corsetti e crinoline. Durante i grandi conflitti mondiali, le donne saranno costrette anche da necessità pratiche ad adottare un abbigliamento più “maschile” e a sostituire gli uomini in compiti e lavori che prima erano loro riservati. Christian Dior proporrà poi una moda molto femminile, una sorta di celebrazione dell’abbigliamento femminile della fine del secolo precedente, romantico e sognatore. Dovremmo dunque aspettare che attrici famose come Marlene Dietrich e Katherine Hepburn e Greta Garbo appaiano in pubblico indossando pantaloni perché questi diventino una tendenza e poi una normalità.
All’epoca, Marlene Dietrich fu persino avvisata dalla polizia francese perché alle donne era proibito indossare pantaloni in luoghi pubblici.
Fu nel 1960 che emerse la moda unisex, dove le donne aderivano a capelli corti e abiti mini, ma nonostante ciò esistevano ancora modelli maschili e femminili.
Da allora, i pezzi unisex sono diventati sempre più popolari e i paradigmi dell’ideologia di genere vengono sempre più decostruiti.
Nel 2014, l’attrice Angelina Jolie ha dato spettacolo sul tappeto rosso al BAFTA (British Academy Film Awards) a Londra, indossando un blazer, pantaloni eleganti, papillon e tacchi alti.
Jaden Smith, figlio dell’attore Will Smith, indossa vestiti e gonne, trovandolo uno stile comodo e con cui si sente a suo agio.
Ma, prima di lui, altri famosi artisti come David Bowie, Kurt Cobain e Jared Leto hanno fatto parlare di loro per aver adottato abiti e gonne nel loro guardaroba.
L’importante è la libertà di vestire e scegliere! I vestiti dovrebbero essere creati e pensati per le persone, per farle stare bene e per permettere loro di piacersi e di piacere, indipendentemente dal genere.
Colori e modelli non determinano il genere di un capo di abbigliamento, ogni persona può creare il proprio stile con il colore che preferisce e con il capo dalla forma e dai volumi più adatti a sé.
Abbandonare i concetti che determinano l’immagine maschile vs quella femminile e semplicemente vestirsi bene, esprimendo la propria personalità e preferenza estetica. Questa è la proposta della moda gender-fluid.
E tu cosa ne pensi?