Siamo in pieno periodo di carnevale, e ancora per qualche giorno possiamo partecipare a feste in maschera e sbizzarrirci nei travestimenti.
Ma come mai il carnevale è una di quelle festività così attrattive non solo per i bambini ma anche per gli adulti?
La gioia ed il fascino del carnevale sono senza dubbio legati alle maschere, la maschera è un oggetto che fa parte della cultura dell’uomo fin da tempi molto antichi.
Agli inizi era un oggetto rituale e spirituale, pensiamo ad esempio alle popolazioni primitive o anche ad alcune tribù più recenti che utilizzano la maschera per prendere le sembianze di spiriti, animali, ecc. durante determinati rituali e funzioni. Durante i riti Dionisiaci nella Grecia antica e nei Saturnali della Roma imperiale le maschere venivano utilizzate ancora una volta per personificare qualcun altro, il princeps ad esempio, e durante queste festività veniva sovvertito l’ordine sociale e gli schiavi potevano considerarsi temporaneamente liberi.
Anche i primi Carnevali Veneziani permettevano di sovvertire l’ordine stabilito e indossare le maschere dava spazio al trasgredire le regole, alla dissolutezza e al divertimento. Da un punto di vista storico e religioso il carnevale rappresentò, dunque, un periodo di festa ma soprattutto di rinnovamento simbolico, durante il quale il caos sostituiva l’ordine costituito.
La maschera dunque da tempo immemore rappresenta una “identità” che si vuole e può assumere temporaneamente, potremmo dire dunque che rappresenta il rivelare una parte di noi stessi che usualmente non osiamo mostrare o che vorremo mostrare ma non possiamo. Ma è ancora così al giorno d’oggi?
O indossiamo tutti abitualmente una maschera? Il pirandelliano Vitangelo Moscarda sosterrebbe che l’identità di ciascuno è celata dietro una maschera, dietro un personaggio che abbiamo noi stessi costruito per conformarci con le attese e dunque un personaggio che ci è stato cucito addosso e che abbiamo assunto…
Il Carnevale potrebbe essere allora l’occasione di togliersi la maschera che indossiamo quotidianamente e l’occasione di rivelare, in modo ludico e disinvolto, una parte più celata della nostra identità.
Vestirsi in maschera dunque o… rivelare sé stessi?
E se non avessimo bisogno del Carnevale per “toglierci” le maschere che ci siamo cuciti addosso? Se potessimo rivelare noi stessi e valorizzarci nel quotidiano?
Adesso si può: basta rivolgersi ad un consulente in comunicazione attraverso l’immagine!
A cura di :
- Valeria Viero, direttrice e co-fondatrice di ESR Italia e proprietaria di Valeria Viero Image Communication