Quando si pensa al consulente d’immagine si pensa istintivamente ad una persona creativa, appassionata di moda o con delle borse cariche di acquisti mentre fa shopping sfrenato per i suoi clienti.
Si tratta di un cliché e come tutti i cliché ha un fondo di verità, ma non è tutta la verità.
In effetti per diventare consulente d’immagine bisogna amare l’abbigliamento, i colori, le stoffe, la cosmesi e il mondo dell’estetica. Bisogna amare usare moda, estetica e acconciatura come strumenti di lavoro. Ma si tratta di strumenti, non sono il fine ultimo del lavoro e del ruolo del consulente d’immagine. A differenza dello stilista che crea il capo e ha come obiettivo la creazione di una collezione, il consulente d’immagine si pone come obiettivo quello della creazione di un’immagine personale e/o professionale del proprio cliente in linea con la sua personalità ed i suoi obiettivi.
Il consulente d’immagine deve avere sensibilità estetica e buon gusto, ma non deve amare così tanto il suo gusto da imporlo ai propri clienti: deve interpretare e migliorare il gusto personale di ciascuno senza snaturarlo.
L’obiettivo vero del consulente d’immagine è la persona, non l’abito.
E questo obiettivo implica l’avere o il voler sviluppare tutta una serie di caratteristiche come l’empatia, l’ascolto, la diplomazia ed il tatto e sopra ogni cosa implica etica e deontologia. L’impatto di una consulenza d’immagine va spesso ben oltre l’apparenza fisica, e tocca corde sensibili come l’autostima, la fiducia in sé, il sentirsi a proprio agio, il ri-scoprirsi o ri-conoscersi. Appare dunque chiaro come un accompagnamento di coaching d’immagine debba essere condotto nel rispetto assoluto dell’assistito o cliente; ed è qui che etica e deontologia la fanno da padroni: ogni scelta, ogni consiglio, ogni tecnica deve svolgersi tenendo conto dell’interesse del proprio cliente, anche se questo implica mettere in secondo piano il proprio interesse.
Il consulente d’immagine farà prova di correttezza ed eleganza in ogni occasione, con i clienti ma anche con partner, colleghi o concorrenti: la fiducia si costruisce con fatica e lentezza, ma si distrugge con grande rapidità.
A cura di :
- Valeria Viero, direttrice e co-fondatrice di ESR Italia e proprietaria di Valeria Viero Image Communication